La parola rappresenta un importante mezzo di comunicazione peculiare del “homo sapiens”. Questa ha permesso la trasmissione dell’informazioni tra gli individui della specie contribuendo ad un più rapido sviluppo della civiltà. Lo strumento per la produzione dei suoni è la laringe. Questo organo di forma tubolare che si trova lungonalmente semplice, ma vulnerabile a causa sia di modificazioni del movimento delle corde vocali che per l’insorgenza di neoformazioni che possano impedirne la normale funzione. Quando si realizza una alterazione della voce si usa il termine di disfonia, nella perdita completa di afonia. Nel capitolo vengono trattate le più comuni cause di disfonia, sia organiche (polipi e noduli delle corde vocali) che funzionali.
Lungo le vie aeree, subito dopo la divisione di queste dalle vie digestive, nell’uomo la natura ha posto la laringe. Questa rappresenta una parte importante delle via aeree superiori, perché la sua funzione è quella di chiudere la strada al cibo quando mangiamo. Ma è anche uno strumento di produzione dei suoni, presente in molte specie animali, che nell’uomo ha raggiunto un elevato grado di evoluzione permettendo di emettere una ampia scala di suoni.
Il meccanismo di produzione dei suoni è legato innanzitutto alla funzione respiratoria, sono infatti i polmoni, all’interno dei quali si accumula aria, che forniscono l’energia del suono. Lungo la via d’uscita l’aria trova un restringimento, prodotto da due pieghe delle pareti del “tubo”: le corde vocali. Queste hanno all’interno un complicato sistema di muscoli che ne regola il movimento e quindi modula l’apertura del “restringimento” cambiando la frequenza di emissione del suono. In realtà il meccanismo di produzione del suono è legato alla vibrazione della mucosa che ricopre le corde vocali. Queste sono infatti rivestite da uno strato estremamente elastico che con il flusso di aria proveniente dai polmoni vibra. Una volta prodotto, il suono continua la sua strada, verso la sua via d’uscita (bocca e naso) arricchendosi di frequenze determinate anche dalla forma della testa della persona e conferendo alla voce un “timbro” caratteristico. Il meccanismo di produzione vocale presuppone quindi che la componente polmonare (che fornisce la forza della voce), le corde vocali (che rappresentano la parte vibrante dello strumento) e le cavità sovrastanti la laringe (dove il suono si arricchisce ed acquisisce il timbro personale) si coordinino nelle loro funzioni. Si utilizza infatti il termine di coordinazione pneumo-fonica al meccanismo dell’espulsione dell’aria dai polmoni e di vibrazione delle corde vocali. Parte dei disturbi della voce (disfonie) sono attribuibili ad alterazioni del funzionamento di tali meccanismi (alterazioni posturali del corpo o delle corde vocali, inadeguata coordinazione pneumo-fonica). Questo gruppo viene oggi definito delle disfonie non organiche (o disfunzionali) . Talvolta è la presenza di neoformazioni sulle corde vocali, al contrario, che determina un’alterazione della voce, per cui si definisce tale gruppo di disfonie organiche. Tranne che nelle fasi iniziali tali quadri sono così ben definiti, più di frequente questi si realizzano in parte più o meno preponderante rispetto all’altro ma comunque contemporaneamente.
A causa di un disturbo dell’impostazione vocale, possono quindi prodursi delle neoformazioni benigne delle corde vocali. Si tratta principalemnte dei noduli delle corde vocali, sorta di calli di solito del 1/3 anteriore di una o entrambe le corde. La presenza di queste protuberanze impedisce la chiusura corretta delle corde vocali quando emettiamo dei suoni. Associate a questa causa si trova tutta una serie di neoformazioni o malformazioni delle corde vocali che producono disfonia, per cui posso osservarsi polipi delle corde vocali (che si differenziano dai noduli perché hanno una base di impianto piccola e la neoformazione è come appesa ad un peduncolo) oppure alterazioni della superficie delle corde come solchi parziali (vergetures) o passanti (sulcus).
Come accennato queste sono tutte formazioni benigne facilmente asportabili, quando necessario, e che trovano beneficio dalla terapia foniatrica di supporto post, e talvolta anche pre, operatoria. In questo modo il paziente acquisisce meccanismi di emissione della parola che non siano potenzialmente dannosi per le corde vocali. La terapia chirurgica è relativamente molto semplice, perché si esegue l’asportazione di queste formazioni, in anestesia generale e sotto il controllo microscopico (MicroLaringoScopiaDiretta), e la dimmissione a casa dopo poche ore. In questo modo si ottiene un rapido recupero e si previene la possibilità di aggravamento della disfonia.
In molte circostanze, ancora, la disfonia non è realizzata da una malattia primaria delle corde vocali, ma queste sono il bersaglio del reflusso di acido gastrico. L’irritazione prodotta dalla risalita di questo acido provoca una perdita di forza delle corde vocali per cui è frequente la disfonia di frequente al mattino. In un paragrafo a parte di questo sito, al quale si rimanda, si discute approfonditamente del reflusso gastr-esofageo, della diagnosi e della terapia.
Accanto a queste patologia benigne si deve ricordare che esisteno anche tumori delle corde vocali il cui primo sintomo può essere la disfonia, per cui di fronte a tale sintomo è sempre necessario approfondire la diagnosi con un esame laringoscopico.